Acqua di sorgente? Una perdita? È difficile da dire. Ieri, giovedì 11 giugno, gli agenti della polizia ambientale si sono recati a Pailles, sul fianco di un burrone confinante con la zona industriale, per studiare la fonte d’acqua che scorre attraverso i tubi di scarico nel burrone.

Insolitamente, dal momento che il contenimento, quest’acqua scorre continuamente dai tubi che passano sotto un sentiero appena posato.

Allertata, la polizia ambientale ha schierato una squadra per rimontare… all’origine. A prima vista, sembra l’opera di Madre Natura. Perché gli ufficiali sono caduti su una breccia sul lato della scogliera che scarica quest’acqua in un canale scavato dalla pioggia.

A prima vista, è pulito e trasparente, né profumato né colorato. La polizia ambientale ha quindi avanzato la tesi delle acque di sorgente. Tuttavia, a dire il vero, gli ufficiali hanno preso un campione per rilevare eventuali tracce di inquinanti. Se quest’acqua contiene sostanze chimiche o biologiche, i campioni saranno prelevati anche da piante ed edifici vicini per il confronto di laboratorio e per determinare se c’è inquinamento e, in caso affermativo, per identificare il torto o altro. Se l’origine è strettamente naturale, la tesi di un’acqua di sorgente sarà, allora, essere confermata.

In tal modo, di seguito, il team Media Group Challenge e i rappresentanti della Polizia Ambientale si sono imbattuti in una vera e propria fuga di notizie su un gasdotto. Lì, l’acqua che viene indubbiamente persa da un vecchio tubo si accumula in un bacino naturale a valle prima di gocciolare verso un canale. A quanto pare non ha nulla a che fare con il fenomeno osservato sopra. Ma la prova che, anche in questa materia, non siamo mai completamente al sicuro dal falso.

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